Spagna, giugno 2015, torneo ITF da 10.000 dollari; gli organizzatori di un torneo fanno uscire un gruppo di più di 30 persone che usavano in modo reiterato computer portatili e dispositivi elettronici (telefoni, tablet, ecc). Gli organizzatori applicano alla perfezione la regola dell'ITF, i 30 individui se ne vanno ma il giorno dopo si ripresentano, questa volta con tanto di Polizia Municipale. Secondo la Polizia, nonostante sia un club privato, se non c'è un cartello visibile e adeguato, non possono costringerli ad uscire.
I truffatori che entrano nei tornei sono tra i 20 e i 40 al giorno, tutti tra i 20 e i 30 anni: una vera e propria banda. A Saragozza e Murcia si presentano come "appassionati del circuito ITF femminile", che hanno fatto delle scommesse il loro mezzo per vivere. In cambio di uno stipendio, i capi contattano questi giovani e dirigono tutto da lontano. I "dipendenti" scommettono via cellulare e aprono trattative con le giocatrici presenti nel torneo, alcune molto giovani, e offrono loro del denaro per combinare le partite. Gli organizzatori provano a cacciarli via, ma negli ITF non è così semplice.
In tutto questo, giocatori, familiari dei giocatori e allenatori vengono coinvolti. Si crea un clima di tensione sugli spalti dove a volte sono presenti i parenti e i coach delle rispettive giocatrici. Minacce e pressioni continue, chiamate ricevute da persone che si spacciano per giornalisti: domande ai tennisti sul loro stato di forma, sugli infortuni...fino ad arrivare a frasi shock del tipo: "
Se non ti impegni abbastanza nella prossima partita, ti può accadere qualcosa di grave".
Episodi simili si sono verificati al 'Ciudad de la Raqueta', un torneo femminile ITF da $10.000. Nei circoli di Alboran e di Brezo Osuna, 26 scommettitori sono stati cacciati. Gli organizzatori dei tornei che hanno invitato gli scommettitori ad abbandonare il sito dell'evento, hanno ricevuto minacce di morte via email e social network.
"Vedrai cosa succede a te e alla tua famiglia se non ci fai entrare".
Subornazioni, paura, silenzio
La subornazione è la tattica preferita dagli scommettitori. Se vogliono che un match venga truccato, chiedono ai giocatori di incontrarli negli hotel dove alloggiano o proprio sul campo per offrir loro denaro. Se non possono entrare nei club, vanno negli hotel e dicono all'impiegato.
"Se mi fai passare ti diamo 500 euro e il tuo capo non saprà nulla".
Il problema si presenta se le offerte non sono soddisfacenti.
"Le scommesse ci sono state sempre, ma negli ultimi mesi in Spagna il fenomeno è diventato qualcosa di insostenibile per colpa di questi scommettitori", afferma l'allenatore di una tennista.
E' quasi impossible che una giocatrice parli di questo argomento o racconti la sua esperienza. Hanno paura, si sentono controllate e ricevono minacce che a volte vanno anche oltre.
I rimedi ci sono. I supervisor ITF dei tornei possono bloccare le scommesse sulle partite di un determinato evento, e alcuni lo hanno già fatto. Se lo fanno spesso, le intimidazioni non tardano comunque ad arrivare. Questa rete di scommettitori si estende per tutto il territorio nazionale spagnolo e anche in alcuni tornei stranieri. Gli ITF femminili che sono stati giocati quest'anno a Mallorca, Barcellona, Las Palmas e Siviglia, hanno dovuto avere a che fare con questo problema. Allenatori e organizzatori lo confermano.
Un supervisor ITF dice: "
Mi sono spostato da un torneo all'altro e li ho visti viaggiare con me nello stesso aereo". MARCA ha trovato testimoni che hanno confermato come scene simili si siano verificate in Italia e Francia.
Ancora peggio nel maschile
Nonostante in questo periodo dell'anno la rete di scommettitori si sia fiondata nel femminile, nel maschile le cose non vanno meglio e anche qui la situazione è diventata insostenibile.
Il campo di partecipazione dell'ITF 'Ciudad de la Raqueta' ($10.000 dollari, 14-20 settembre), era composto soprattutto da tennisti molto giovani. A pochi giorni dall'inizio del torneo, il supervisor scelto dall'ITF è stato informato del fatto che un match fosse sotto investigazione per una presunta scommessa di 80.000 euro. Anche in questo caso i giocatori hanno ricevuto minacce e coercizioni.
Il livello di avidità e di paura continua a crescere in modo parallelo giorno dopo giorno nel mondo dello sport, rovinato da una realtà che non è di certo incoraggiante per i giovani, soprattutto se non provengono da una famiglia ricca.
Bookmarks