La cosa più bella della serata, oltre ad una corposa cassa, è stata l'accoglienza in Curva Sud, quella dei veronesi per intenderci. Mi piace raccontarla specie in questa serata dove altrove si sono registrati episodi di ben altra portata.
Giunto in curva, mi sono ovviamente posizionato in piena curva...nel mentre ero lì, a venti minuti prima dal fischio d'inizio, non sapevo di essermi posizionato in un posto particolare, ovvero quello che sistematicamente è occupato da un gruppetto di ragazze. Questa sera però c'era solo una di loro, di 30 anni, di nome Marika. Noto le sue mani con lo smalto gialloblu. Lei mi nota perchè sono solo e mi dice che di solito, anzi sempre, quello è il suo posto. Ovviamente e con molta gentilezza mi dice che posso rimanere lì, mi dice che non mi ha mai visto, io le rispondo e dall'accento si accorge che non sono veronese. Mi chiede con il sorriso se fossi un tifoso del Verona, un veronese ed io con semplicità le rispondo perchè mi trovavo a Verona e di dove fossi. Lì per lì mi preoccupo. Arrivano dopo alcuni minuti due suoi amici o meglio i frequentatori di quel settore ai quali lei con fare disinvolto fa la presentazione della mia persona, dicendo loro:"Amici, abbiamo un foggiano in mezzo a noi". Lei è simpatica, mi offre da "fumare", dico che fumo solo sigarette, l'amico mi offre la sua birra e poi parliamo per molto tempo. Parlo del Foggia, loro del Verona e della simpatia che avrebbero i pugliesi. Arrivano anche altri suoi amici dopo l'inizio della partita. Si inizia e l'Atalanta va in vantaggio, ma la curva non si arrende, sostiene sempre la propria squadra, lo fanno davvero con forza e senza contestazione, cosa strana ed ammirevole vista la loro posizione. Poi si pareggia....A quel punto ricambio l'ospitalità e mi ritrovo tra le loro braccia ad esultare. L'Atalanta rimane in dieci ma non rinuncia a rendersi pericolosa, anzi Gollini compie pure due miracoli, ma io li invito a non demordere, perchè nel calcio valgono molto gli episodi. Al 42 del s.t. la svolta: Pazzini la mette dentro, dopo il forcing veronese che negli ultimo dieci minuti si era fatto più pressante. A quel punto, la gioia è immensa, ci si butta uno addosso all'altro, insomma mi sono trasformato in un tifoso veronese. A 30 secondi dalla fine, con Toni che spreca incredibilmente la terza rete, per evitare il traffico del ritorno, mi avvicino e ci salutiamo con un forte abbraccio, caloroso, come due amici. Lei mi invita a ritornare qualora un giorno decidessi di rivedere il Verona, mi chiede di ritornare domenica quando ci sarà l'Inter, ma le rispondo che purtroppo non mi sarà possibile farlo perchè sul fine settimana la mia famiglia salirà su a trovarmi per cinque giorni.
Questa mia esperienza l'ho voluta riportare qui, per sfatare quelle cretinaggini che vengono spesso ed in modo stupido rivolte nei confronti della tifoseria veronese, a detta di tanti razzista e particolare. Orbene, tutte fesserie, perchè sono sempre le persone a fare la differenza. In realtà sono stato bene, convinto che questa gente è capace di aprirsi e di darti amicizia ed altro se hai modo di viverla con costanza. Mi sono sentito uno di loro e loro uno come me. Alla bet vinta ci ho pensato solo all'uscita dallo stadio, la gioia della bet questa sera, sebbene allettante, è passata in secondo piano, perchè qualcosa di più bello e più importante mi ha reso felice. Ed ammetto che da stasera una piccola parte del mio cuore sarà occupata da loro.
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