PDA

Visualizza versione completa : mercato e news nba 2014/2015



ares
13-07-2014, 03.15.31
http://imgick.cleveland.com/home/cleve-media/width620/img/bars/photo/15390011-mmmain.jpg

ares
13-07-2014, 03.19.31
Nba, LeBron James: la lettera integrale del ritorno a ClevelandEcco il testo, tradotto in italiano, con cui King James su Sports Illustrated ha annunciato la scelta di giocare dal 2014-15 con i Cavaliers.
THE DECISION — Vi ricordate quando ero seduto lì al Boys & Girls Club nel 2010? Pensavo che stavo per prendere una decisione difficile, lo sentivo, mi stavo lasciando alle spalle una situazione che avevo creato impiegando moltissimo tempo. Se potessi tornare indietro, ovviamente cercherei di fare diversamente, anche se me ne sarei andato comunque. Miami per me è stato quasi come andare al college per gli altri ragazzi. Questi quattro anni mi hanno aiutato a crescere e a diventare ciò che sono: sono diventato un giocatore e un uomo migliore. Ho imparato da una squadra in cui ho desiderato giocare. Miami sarà sempre la mia seconda casa, senza l’esperienza che ho fatto là, non sarei mai stato in grado di fare ciò che sto facendo oggi.
GLI HEAT — Sono andato a Miami perché c’erano D-Wade e CB (Chris Bosh). Abbiamo fatto dei sacrifici per tenere UD (Udonis Haslem). Ed è stato bello diventare come un fratello per Rio (Mario Chalmers). Ero convinto che, insieme, potessimo creare qualcosa di magico, e così è stato! La cosa più difficile da lasciarmi alle spalle adesso è tutto ciò che ho costruito con quei ragazzi. Ho parlato con alcuni di loro e parlerò anche con gli altri. Niente cambierà ciò che abbiamo fatto, saremo fratelli per tutta la vita. Vorrei inoltre ringraziare Micky Arison e Pat Riley per questi bellissimi quattro anni.
SPIEGAZIONI — Scrivo questa lettera perché vorrei l’opportunità di spiegarmi senza essere interrotto. Non voglio che nessuno pensi che “lui e Erik Spoestra non andavano d’accordo… Lui e Riley non andavano d’accordo… Gli Heat non sono riusciti a tenere insieme la squadra” perché non è assolutamente vero. Non terrò una conferenza stampa o una festa. E’ già ora di mettersi al lavoro.

LA MISSIONE — Quando ho lasciato Cleveland, sono partito per una missione. Volevo vincere dei titoli, e ne abbiamo conquistati due, ma Miami conosceva già questa gioia. La nostra città invece non la prova da tantissimo tempo. Il mio obiettivo è sempre quello di vincere più titoli possibile, non c’è ombra di dubbio, ma la cosa più importante per me è riportare un trofeo nel Nordest dell’Ohio.
LA FAMIGLIA — Ho sempre creduto che sarei tornato a Cleveland e avrei chiuso lì la mia carriera, solo che non sapevo quando sarebbe successo. Alla fine della stagione, non pensavo minimamente al mercato dei free agent, tuttavia, io ho due figli e mia moglie Savannah sta aspettando una bambina. Ho cominciato a pensare come sarebbe stato crescere la mia famiglia nella mia città natale. Ho dato un’occhiata alle altre squadre ma non avrei lasciato Miami per altra destinazione che non fosse Cleveland. Più passava il tempo, più sentivo che era la decisione giusta da prendere e che adesso mi rende felice.

NESSUN RANCORE — Per farlo avevo bisogno del supporto di mia moglie e di mia madre, che può essere molto dura con me. La lettera di Dan Gilbert, i fischi dei tifosi di Cleveland, le maglie bruciate sono state cose difficili da digerire per me. Le mie emozioni erano ancor più contrastanti. Era facile dire “Ok, non voglio più aver nulla a che fare con questa gente”, ma poi ho pensato anche all’altra faccia della medaglia. Come mi sarei sentito se fossi stato un ragazzino che seguiva un atleta che mi spingeva a far sempre meglio nella mia vita e che all’improvviso se ne va? Come avrei reagito? Ho incontrato Dan, faccia a faccia, uomo a uomo e ne abbiamo parlato. Tutti commettono degli errori e io non ne sono esente. Chi sono io per portare dei rancori?
I CAVALIERS — Non prometto che vinceremo un titolo. So quanto sia dura mantenerla questa promessa. Non siamo pronti per ora, proprio no. Certo, vorrei vincerlo l’anno prossimo, ma sono realista: sarà un processo lungo, molto più di quello del 2010. La mia pazienza sarà messa alla prova, lo so, vado verso una situazione particolare, con una squadra giovane e un nuovo coach. Io sarò il vecchio saggio. Ma mi emoziona poter mettere insieme un gruppo e aiutarlo a raggiungere un livello che non sapevano di poter raggiungere. Adesso mi vedo come un mentore e sono felice di guidare questi giovani di talento. Penso di poter aiutare Kyrie Irving a diventare uno dei migliori playmaker dell’Nba, penso di poter dare una mano a Tristan Thompson e Dion Waiters e non vedo l’ora di tornare a giocare con Anderson Varejao, uno dei miei compagni di squadra preferiti.
LA CHIAMATA — Ma qui non parliamo di roster o di organizzazione. Credo che la mia missione qui vada oltre il basket. Ho la responsabilità di essere un leader in più aspetti e la prendo molto sul serio. La mia presenza può fare la differenza a Miami, ma credo valga ancora di più nel posto da dove provengo. Voglio che i ragazzini del Nordest dell’Ohio, come le centinaia di ragazzi di terza elementare che sponsorizzo con la mia fondazione, capiscano che non c’è posto migliore in cui crescere. Forse alcuni di loro torneranno a casa dopo il college e metteranno su famiglia o avvieranno un’attività. Queste cose mi renderebbero davvero felice. La nostra comunità, che ha avuto tante difficoltà, necessita di tutto il talento che può avere. Nel Nordest dell’Ohio nessuno ti regala niente, te lo devi guadagnare. Devi lavorare per ciò che hai. Sono pronto ad accettare la sfida, torno a casa.
<footer class="rs_skip" style="box-sizing: border-box; border-bottom-color: rgb(128, 128, 128); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; overflow: hidden; padding-top: 8px; padding-bottom: 8px; font-family: Helvetica, Helvetica, Arial, sans-serif; line-height: 16px;"> LeBron James
</footer>

ares
13-07-2014, 03.33.57
Nba, Anthony rinnova coi New York Knicks: quinquennale da 120 milioni

Melo resta a New York e firma un quinquennale da 120 milioni gelando Chicago. Ma almeno fino al 2015 sarà impossibile essere competitivi


Il Melodramma 2014 è durato anche troppo. Carmelo Anthony alla fine ha fatto la scelta più ovvia, accettando il quinquennale da 120 milioni con cui New York è riuscita a convincerlo a tornare. Ci ha pensato tanto Melo, molto più del previsto, lusingato prima dal piano hollywoodiano dei Lakers e poi dalla voglia di vincere di Chicago. Dopo 9 giorni di riflessione Carmelo invece ha scelto la Grande Mela, volendo fidarsi di Phil Jackson e di un piano di rilancio tutto da costruire.
I KNICKS — Si, perché anche col ritorno di Melo i Knicks non sono da titolo. Jackson avrà anche “toccato le corde giuste”, “stabilito un contatto” con la sua star come ha dichiarato. Ma il roster resta tutt’altro che competitivo, finanziariamente bloccato per un’altra stagione dal nuovo “contrattone” di Carmelo (nonostante lo sconto di circa 9 milioni concesso rispetto al massimo salariale) e dall’ultimo anno di Amar’e Stoudemire e del nostro Andrea Bargnani, che insieme si mangiano 35 milioni di dollari (23,4 Stat, 11,5 il Mago). New York al momento può offrire ad eventuali rinforzi solo la mid-level exception riservata a chi sfonda la luxury tax (3,3 milioni l’anno) e i contratti al minimo salariale. Decisamente troppo poco per attirare qualcuno in grado di migliorare un roster che, salvo la trade che ha portato José Calderon e Sam Dalembert da Dallas in cambio di Ray Felton e José Calderon, è praticamente uguale a quello che lo scorso anno ha mancato clamorosamente i playoff. A meno che il Maestro Zen non faccia un altro miracolo, scaricando Stoudemire a Philadelphia (ne stanno parlando, finora con scarsi risultati visto il rifiuto dei Knicks di includere Iman Shumpert oTim Hardaway) per recuperare qualche soldo da investire nel mercato free agent.
Cliccui per tutte (http://www.gazzetta.it/Nba/)
MELO RINUNCIA A… — Restando a New York, Carmelo rinuncia a vincere subito, preferendo firmare a 30 anni quello che sarà l’ultimo contratto a 8 zeri della sua carriera. Fosse andato a Chicago, rinunciando a 50 milioni, avrebbe trovato una squadra che con lui sarebbe stata competitiva per il titolo, potendo permettersi il lusso anche di scoprire senza fretta se Derrick Rose può veramente tornare Derrick Rose. I Lakers sono stati una suggestione, dettata dall’amico Kobe Bryant, dalla quasi sicurezza di giocare con Pau Gasol (che ora si sta accordando con Chicago), da 96 milioni di dollari di contratto, da un piano di marketing incentrato su di lui e sulla moglie LaLa. Houston è stata una meteora, nonostante Dwight Howard e James Harden; Dallas l’outsider sempre in pista ma mai vincente.
NEW YORK NEW YORK — Melo ancora nella Grande Mela, quindi. Più maturo, sempre uomo simbolo, di sicuro non vincente. Almeno non subito. Nel 2015 New York avrà soldi da investire su un mercato free agent molto più povero di quello di quest’anno. Il grande sogno LeBron James (altra classe rispetto a Carmelo, anche nella gestione della free agency) è tornato a casa e non ci sarà, LaMarcus Aldridge ha già annunciato che rifirmerà con Portland. Resta Kevin Love, potenzialmente. Ma il Beach Boy è corteggiato da King James, e con lo spauracchio di perderlo senza niente in cambio la prossima estate Minnesota prima o poi si rassegnerà a cederlo. E per Carmelo il sogno dell’anello conquistato dove da 40 anni non vince nessuno rischia di rimanere tale.

ares
13-07-2014, 03.37.50
Mercato Nba: Gasol sceglie i Bulls, si sveglia Houston e prende ArizaLo spagnolo: "Ho deciso, vado ai Bulls". I Rockets prendono l'ala ex Washington, Utah si tiene Hayward.
GASOL-BULLS — La sign and trade Chicago-Lakers pare tramontata, ma l'affare si farà. Gli ultimi dubbi li ha sciolti nella trada serata europea proprio il lungo catalano, annunciando che "la sua è stata una decisione difficile, ma sono pronto per aprire un nuovo capitolo della mia carriera ai Chicago Bulls. Ringrazio tute le squadre che mi hanno manifestato la loro stima". Chicago metabolizza così la delusione Melo e si rinforza sotto canestro, dove pochi potranno vantare un trio di lunghi come Gasol-Noah Gibson. Per ora resta anche Carlos Boozer: i Bulls hanno tempo fino a mercoledì prossimo per amnistiarlo. Rimane però senza soluzione il problema principale: l'esterno con punti nelle mani che serviva non è ancora arrivato.

ARIZA-ROCKETS — Niente Melo. Niente Bosh. Ma finalmente una delle grandi deluse del mercato riesce a portare a casa un giocatore. Arriva Trevor Ariza, che ha firmato un quadriennale da 32 milioni. Un buon affare per la franchigia texana, visto che per l'ex Washington si stimava uno stipendio sui 10 milioni annui. I Rockets hanno spazio anche per pareggiare l'offerta di Dallas (45 milioni in 3 anni) a Chandler Parsons, giocatore che peraltro gioca nello stesso ruolo di Ariza. A Washington non dispiacerebbe sostituirlo con Luol Deng, ma l'ex Chicago dovrebbe finire ai Miami Heat.
HAYWARD-JAZZ — Per chi segue le vicende di Utah, la decisione della franchigia di Salt lake City di pareggiare l'offerta di Charlotte, che aveva proposto a Gordon Hayward un quadriennale da 63 milioni, è una non-notizia. Per i Jazz l'ala ex Butler sarà il giocatore franchigia, l'uomo di esperienza (anche se ha solo 24 anni...) di un quintetto che anche l'anno prossimo sarà giovanissimo. Hayward si era detto "molto colpito" dall'incontro avuto con Michael Jordan. "Sono molto felice - ha commentato il nuovo coach dei Jazz Snyder - di poter allenare un giocatore come Hayward. E' fortissimo, ne ho visti pochi completi come lui".
<footer class="rs_skip" style="box-sizing: border-box; border-bottom-color: rgb(128, 128, 128); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; overflow: hidden; padding-top: 8px; padding-bottom: 8px; font-family: Helvetica, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 16px;"></footer>

ares
13-07-2014, 03.44.29
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2013/11/Kevin+Love+Minnesota+Timberwolves+v+Miami+b2GcOWJw zFgx.jpg.pagespeed.ce.FZFr74Cd1M.jpg
From Cleveland with Love?
Se pensavate che dopo la Decision 2.0 (James ritorna ai Cavs) ci fosse una fase di transizione o un periodo di calma piatta, beh vi sbagliavate in pieno. Proprio ora, nel mercato NBA, si scatenerà l’effetto domino conseguente alla scelta dell’ormai ex numero 6 dei Miami Heat.
Nelle ultime ore scorrono voci insistenti sul mercato dei Cleveland Cavaliers che è tutto tranne che terminato dopo la gioia per il ritorno di James. Non si parla solo di Ray Allen, che dopo la sconfitta alle Finals 2014, aveva dichiarato che avrebbe seguito Lebron ovunque; o di Mike Miller forse pronto a firmare a meno soldi pur di riabbracciare il Re o perfino l’interesse per “The Birdman” dove si attendono sviluppi.
Le ultime indiscrezioni parlano di un forte interesse della franchigia dell’Ohio proprio per Kevin Love dei T-Wolves. Love, dal canto suo, è stato più volte ad un passo dalla trade con Golden State che sembrava quasi conclusa fino a che i gialloblu non hanno escluso la guardia Klay Thompson dallo scambio (le voci rivelano che non volessero separare gli Splash Brothers) e comunque restano alla finestra come pretendente.
http://hardwoodparoxysm.com/wp-content/uploads/2014/06/kevin-love-lebron-james-nba-minnesota-timberwolves-miami-heat.jpg
Alla finestra, come New York e Boston che tanto si sono mosse ma mai con la proposta “strappaLove” adeguata. Ultimi a muoversi sono stati proprio i Cavs che hanno presentato a quelli di Minneapolis un’offerta che andrebbe quanto meno considerata: Anthony Bennett, Dion Waiters e una futura prima scelta. Dagli ultimi rumors appare che Minnesota stia valutando, ma non con troppa convinzione perchè sarebbero molto interessati ad avere i talenti di Andrew Wiggins (prima scelta all’ultimo draft).
A quanto pare con l’inserimento di quest’ultimo la trade potrebbe avere un’impennata decisiva. Kevin Love ha già fatto capire di essere onorato di giocare nella squadra di Lebron James ed ha addirittura dichiarato di essere pronto per firma e controfirma (provando a semplificare il 42 dei Wolves è free agent l’anno prossimo e quindi se firma per i Cavs dovrebbe rifirmare anche nella successiva stagione altrimenti dopo un anno sarebbe libero di accasarsi dove preferisce). La situazione è la seguente: Love o non Love? Formare i Big-Three per provare a vincere subito o tenere il talentuoso Wiggins nell’attesa che esploda?
Dopo la decision 2.0 di Lebron James ora tocca a Dan Gilbert e David Blatt prendere la loro….

ares
13-07-2014, 03.47.28
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/carter-630x330.jpg.pagespeed.ce.9TXT5P2h0Q.jpg

Vince Carter firma con MemphisNella notte che rimarrà nella storia come quella del ritorno del re a casa; anche per altri free agent è arrivato il momento di decidere la loro nuova casa.
Con un colpo a sorpresa i Memphis Grizzlies hanno firmato con un contratto da 12 milioni di dollari per 3 stagioni Vince Carter.
L’ala proveniente da Dallas sembrava destinata a rinnovare con la franchigia texana, nella quale giocava dal 2011. L’offerta di Memphis ha convinto il giocatore sia per la durata, visto che per Carter questo sarà probabilmente l’ultimo contratto della carriera, l’accordo scadrà quando il giocatore avrà 40 anni compiuti; sia per l’ingaggio, Vince guadagnerà 4 milioni di dollari l’anno, quasi 1 milione in più di quanto guadagnava annualmente a Dallas. Il contratto nel terzo anno sarà un parzialmente garantito da 2 milioni di dollari.
Vinsanity arriva in Tennessee con il compito di portare esperienza e garantire punti importanti dalla panchina. Anche a 37 anni Vince Carter risulta un giocatore decisivo, lo si è visto nei playoff di quest’ultima stagione quando in gara 3 della serie contro San Antonio si è preso l’onere dell’ultimo tiro sotto di 2 punti, e con 1.7 secondi da giocare, realizzando una tripla impossibile e contribuendo a portare la serie fino a gara 7 contro la squadra che da li a poco sarebbe diventata la vincitrice dell’anello.

http://images.performgroup.com/di/library/sportal_co_nz/a0/ff/vince-carter_1plc1t9ex4fi91nkx11tu4r55n.jpg?t=-1606749299w=500Memphis si trova quindi con un giocatore importante da poter schierare per modificare le opzioni offensive, e portare punti dall’arco da alternare al gioco sotto i tabelloni dei lunghi dei Grizzlies.

ares
13-07-2014, 03.49.05
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/anhtony-morrow-oklahoma-city-thunder-630x330.png.pagespeed.ce.IH01S-C5Fu.png

Anthony Morrow trova l’accordo con gli Oklahoma City Thunder!
Gli Oklahoma City Thunder sapevano di aver bisogno di un altro tiratore e per questo hanno cercato di far arrivare alla corte di coach Scott Brooks uno dei migliori. Anthony Morrow, che ha tirato con il 45.1% da dietro l’arco nella passata stagione quando vestiva la canotta dei New Orleans Pelicans, ha firmato con i Thunder un triennale da 10 milioni di dollari. Nel terzo anno di contratto è prevista inoltre la team option.
Morrow e la sua media di 8.4 punti in 18.8 minuti a partita per i Pelicans si separa di fatto dal suo miglior amico e ormai ex compagno di squadra Anthony Davis. I Thunder questa estate hanno perso la guardia Tabo Sefolosha che ha deciso di unirsi ad Atlanta dalla free agency e Derek Fisher, che si è ritirato diventando l’head-coach dei New York Knicks. Inoltre anche Caron Butler, il miglior tiratore da tre della scorsa stagione di Oklahoma con il 44.1%, è un free agent e può attualmente testare il mercato NBA.
http://theadvocate.com/csp/mediapool/sites/dt.common.streams.StreamServer.cls?STREAMOID=8o3q2 rh55Oh5LYKITKq4ds$daE2N3K4ZzOUsqbU5sYvi1kFphsKOPgp FH6V6ss9RWCsjLu883Ygn4B49Lvm9bPe2QeMKQdVeZmXF$9l$4 uCZ8QDXhaHEp3rvzXRJFdy0KqPHLoMevcTLo3h8xh70Y6N_U_C ryOsw6FTOdKL_jpQ-&CONTENTTYPE=image/jpeg
Per questo i Thunder non si sono fatti sfuggire Anthony Morrow, che consentirà alla franchigia di avere un sacco di opzioni ed alleggerirà la pressione su Westbrook e Kevin Durant.Accanto a questi due, l’ex Pelicans si adatta perfettamente, sarà una risorsa preziosa per il roster durante la regular season, ma soprattutto nei playoffs, dove i Thunder ne hanno assolutamente bisogno, per provare a vincere quel “dannato” titolo NBA.

ares
13-07-2014, 03.50.35
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/haywood-powell-630x330.png.pagespeed.ce.qHOEu_qq4K.png

Haywood e Powell: da Charlotte a ClevelandI Cleveland Cavaliers hanno raggiunto un accordo con gli Charlotte Hornets per il trasferimento in maglia Cavs del centro Brendan Haywood e dell’ala Dwight Powell,selezionato come 45esima scelta al recente Draft NBA 2014. Il General Manager di Cleveland David Griffin ha annunciato che in cambio gli Hornets riceveranno la guardia Scotty Hopson e un piccolo contributo in denaro.
Haywood ha giocato 794 partite in NBA, di cui 548 da titolare, nel corso dei suoi 12 anni di carriera che lo hanno visto indossare le uniformi di Washington, Dallas e Charlotte, con medie di 6.9 punti, 6.1 rimbalzi e 1.4 stoppate in 23.4 minuti a notte. La sua percentuale dal campo è del 52.8%, abbastanza alta da farlo piazzare alla nona posizione tra i giocatori in attività.
Il retroscena racconta che Haywood, nativo di New York ha giocato per 4 stagioni alla University of North Carolina, prima di essere selezionato dagli stessi Cleveland Cavaliers con la 20esima chiamata nel draft NBA 2011. I suoi diritti però vennero subito ceduti nella notte del draft di Orlando ai Washington Wizards. Dopo aver saltato l’intera stagione 2013-14 a causa di una frattura da stress al piede sinistro, Haywood vestirà finalmente la canotta della franchigia che gli aveva dato fiducia, anche se non abbastanza.
Powell invece ha giocato 4 anni a Stanford, disputando 136 partite (105 nel quintetto titolare) con medie di 10.8 punti e 6.3 rimbalzi in 26.2 minuti a partita. Il cestista canadese è stato selezionato due volte nel First Team All-Pac 12 ed una volta nel Pac 12 Scholar-Athlete of the Year. Powell ha anche disputato con la nazionale canadese i giochi universitari del 2013.

ares
13-07-2014, 03.52.21
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/166275-650-366-630x330.jpg.pagespeed.ce.zbOpXg-b0u.jpg

I 3 Sophomore che possono affermarsi nella stagione 2014-2015
Succede a tutti i ragazzi che entrano in NBA, dopo aver finito l’anno da Rookie e aver fatto il “rodaggio” nella massima serie ecco che inizia l’anno in cui bisogna iniziare ad affermarsi, dove un errore pesa di più, dove diventi più responsabile: inizia l’anno da Sophomore!
I sophomore della season 2014-2015 non sono niente male, i ragazzi ci hanno fatto vedere belle cose durante la passata regular season.
Oggi metteremo sotto la lente d’ingrandimento 3 di questi ragazzi per capire la loro stagione com’è andata e cosa possono diventare.
Michael Carter Williams
Iniziamo proprio dal ragazzo che ha vinto meritatamente il ROY.
Undicesima chiamata del Draft 2013, il ragazzone del Massachusetts ci ha fatto vedere belle cose sul parquet, soprattutto al suo esordio con la maglia dei Philadelfia 76ers, dove mette a referto 22 punti, 12 assist, 7 rimbalzi e 9 palle rubate contro i Miami Heat freschi di anello NBA.
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/Carter-Williams-player-of-the-week.jpg.pagespeed.ce.ZCSLW7SJiP.jpg
Chiude la stagione con la media di 16,7 punti, 6,3 assist e 6,2 rimbalzi.
Insomma, si prospetta un futuro da ottimo giocatore per Carter Williams, candidato a diventare uno dei playmaker più forti.
Victor Oladipo
Passiamo all’altro futuro sophomore di cui tanto si parlerà nella season che inizierà.
Giocatore straordinario Oladipo, al tiro è molto abile, a schiacciare è spettacolare ma a difendere è supremo!
Basta guardare le 10 migliori giocate dei rookie 2013 e vi accorgerete di quanto è incredibile questo giocatore.
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/hi-res-184634675-victor-oladipo-of-the-orlando-magic-handles-the-ball_crop_north.jpg.pagespeed.ce.LlelR9KXOc.jpg
Seconda scelta al Draft, ha registrato il suo carrier high il 21 febbraio contro i New York con 30 punti e 14 assist.
Si prospetta un ottimo futuro per Oladipo, staremo a vedere.
Mason Plumlee
Questo ragazzo viene dalla Duke Univeristy, esempio chiaro e lampante di come quest’ università sforni dei veri talenti (Irving, Battier, Grant Hill ecc.. e come ultimo, non per importanza, Jabari Parker).
2.08 di vera potenza, Mason Plumlee viene chiamato alla ventunesima dai Brooklyn Nets.
Con Brook Lopez infortunato e Kevin Garnett non al massimo della forma, Plumlee deve subito impegnarsi come titolare nella squadra allenata da Kidd.
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/07/180-41glF.St_.56.jpeg.pagespeed.ce.Aqg_csL_b9.jpeg
Chiude la season con 7.4 punti, 4.4 rimbalzi e 0.9 assist e una stoppata che rimmarrà negli occhi dei tifosi di Brooklyn per molto tempo, quella su LeBron James che, se avesse realizzato quel punto, avrebbe permesso ai Miami Heat di vincere il match.
Ma ci sono anche molti altri ragazzi che, secondo me, ci faranno divertire molto nelle stagioni avvenire come Burke, Olynyk, McLemore, Noel, Hardaway ecc..
Impossibile non citare però la prima scelta del draft 2013, Anthony Bennett.
Stagione da cancellare per lui, il ragazzo sembra proprio assente e spaesato sul campo NBA,chiude la stagione con 4,2 punti, 3 rimbalzi e 0,3 assist e con molta delusione e rabbia da parte dei tifosi di Cleveland.
Insomma, occhi aperti sull’NBA 2014-2015 e su questi sophomore che sicuramente daranno spettacolo, probabilmente si affermeranno nella stagione, e ci faranno innamorare sempre più di questo sport.

ares
13-07-2014, 03.54.41
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/andrew-wiggins-prima-scelta-nba-draft-2014-cleveland-cavaliers-630x330.png.pagespeed.ce.R6taaBPUbh.png

Tutte le scelte del Draft NBA 2014: Andrew Wiggins al comando!

Il giorno che tutte le franchigie attendevano per rinforzarsi in vista della prossima stagione è arrivato e si è ormai concluso. Al Barclays Center di Brooklyn, New York, erano riuniti tutti i migliori giovani talenti internazionali, per un draft NBA 2014 che si annunciava come il più ricco dal 2003, quello in cui venne chiamato Lebron James. Come in quel caso, è stata proprio la stessa franchigia a chiamare, ossia i Cleveland Cavaliers, che, dopo l’infortunio al piede destro di Joel Embiid non se la sono sentita di rischiare e hanno optato per il prodotto di Kansas Andrew Wiggins. Alla numero 2 toccava ai Bucks che non si sono fatti scappare Jabari Parker. Mentre chi ha voluto rischiare per la terza volta (ricordiamo Bynum e Noel), sono stati senza dubbio i Philadelphia 76ers con la chiamata dell’ex potenziale prima scelta assoluta, ossia Joel Embiid.Ma vediamo tutte le scelte del Draft NBA 2014:
1.CLEVELAND CAVALIERS: Andrew Wiggins (Kansas)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/wiggins.png.pagespeed.ce.uFsieriCyq.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/wiggins.png)Non ci sono stravolgimenti rispetto alle ultime indiscrezioni. La prima scelta assoluta è Andrew Wiggins, che molti hanno avuto il coraggio di paragonare a Lebron James. Non che non lo possa diventare, ma andiamoci cauti. Wiggins è un atleta fantastico, può segnare da qualsiasi punto del campo ed è molto bravo in transizione. E’ un solido rimbalzista e probabilmente è il migliore in difesa dei prospetti disponibili al draft. Wiggins offre un potenziale che è molto allettante per David Blatt, nuovo head coach dei Cavs.
2.MILWAUKEE BUCKS : Jabari Parker (Duke)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/parker.png.pagespeed.ce.qVztVHLaEt.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/parker.png)Il prospetto più interessante insieme a Andrew Wiggins e Joel Embiid è Jabari Parker, prodotto di Duke. Con la seconda scelta, i Milwaukee Bucks hanno chiamato lui, perchè è il ragazzo che potrà contribuire sin da subito alla causa rispetto agli altri. Parker è in grado di segnare da qualunque posizione, contribuisce molto bene nel reparto rimbalzi e fornisce solide prestazioni in difesa. Dopo gli anni al college è pronto per diventare una superstar a livello elite. Nel workout a Cleveland non è apparso granchè, qualcuno ipotizza lo abbia fatto apposta per finire a Milwaukee, molto più vicina alla sua Chicago.
3. PHILADELPHIA 76ers: Joel Embiid (Kansas)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/embiid.png.pagespeed.ce.Pgg6UkppnX.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/embiid.png)Parlando di potenziale e crescita, in pochi la possiedono come Embiid. Doveva essere prima scelta assoluta secondo i report, ma il suo grave infortunio di qualche giorno fa gli è costato un paio di chiamate. Anche in questo caso non si sono sprecati i paragoni. Luke Meredith di Associated Press lo ha confrontato addirittura con due ex centri leggendari della lega: Ralph Sampson e Hakeem Olajuwon. Non una cattiva pubblicità, ma probabilmente si è andati oltre, ma il ragazzone di origini camerunesi, possiede tutte le capacità non insegnabili. Per quelle da insegnare, ci sono tempi e mezzi…
4. ORLANDO MAGIC: Aaron Gordon (Arizona)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/gordon.png.pagespeed.ce._BzKT45jMB.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/gordon.png)E’ Aaron Gordon la prima mini sorpresa del draft. Giocatore solido, dal buon talento, è un atleta interessantissimo su tutti i 28 metri di campo. E’ un rimbalzista molto bravo, è in grado di volare sopra il ferro durante le fasi offensive ed è un buon difensore. Pronosticato attorno alla decima scelta pochi mesi fa, Gordon ha disputato degli ottimi workout, guadagnando varie posizioni.

5. UTAH JAZZ: Dante Exum (Australia)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/dante.png.pagespeed.ce.8Z3CDyPm5O.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/dante.png)L’australiano Dante Exum, cresciuto a livello giovanile con l’Australian Institute of Sport, ha esordito con la nazionale australiana nel 2013. Rappresenta forse la scelta più intrigante del draft. Le sue caratteristiche non lo mettono alla pari con i ragazzi elite del college, ma ha un buon potenziale: ha velocità e atletismo che gli consentono di trasformare l’azione da difensiva a offensiva molto rapidamente e andare a canestro. Ottimo il suo gioco in transizione. Rappresenta un talento puro che vale tanto dall’essere tra le prime cinque chiamate. Fin qui si è visto solo con la nazionale giovanile under 17 e 19. Una scelta rischiosa, un’arma a doppio taglio in base alla quale i dirigenti di Utah potranno passare per fenomeni o per incapaci.
6.BOSTON CELTICS: Marcus Smart (Oklahoma State)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/smart.png.pagespeed.ce.Yt2yCf2OEX.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/smart.png)Smart è già stato un leader della squadra USA under 19 negli scorsi campionati FIBA. E’ stato il miglior giocatore e anche quello che ha lavorato più duramente. Ha un discreto fisico e atletismo, può difendere molto bene il canestro, sa creare in palleggio ed è un buon passatore soprattutto in campo aperto. L’unica pecca è che deve lavorare sul jumper e decidere i tiri migliori da prendersi. Nonostante ciò è uno dei giocatori più talentuosi della top ten. Giocatore controverso, un po’ fumantino. La sua struttura a metà tra quella della guardia e quella del playmaker lo rendono molto solido.
7. LOS ANGELES LAKERS: Julius Randle (Kentucky)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/randle.png.pagespeed.ce.12SdofKdP8.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/randle.png)Nella sua stagione da freshman Julius Randle è stato una forza assoluta per Kentucky, e l’unica domanda è se ha forza abbastanza per esserlo anche a livello NBA. E’ stato un autentico tuttofare, ma il suo unico e preoccupante punto di debolezza a lungo termine è il suo essere ibrido: poco tiro per essere un 3, poco fisico per essere un 4. Ha una media di oltre tre palle perse a gara, un pò troppo per un lungo. Randle ha un incredibile potenza e buona volontà da mescolare nella vernice ed è fantastico a rimbalzo. Tra l’altro il ragazzo ha superato un problema al piede dei tempi liceali.
8.SACRAMENTO KINGS: Nick Stauskas (Michigan)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/stauskas.png.pagespeed.ce.8_RkrExlu3.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/stauskas.png)Nick Stauskas è un buon prospetto, ha delle basi di partenza molto solide ma deve migliorare in tutto. Gioca bene in difesa, ma nello stesso tempo è capace di andare dall’altra parte del campo in buon palleggio e raggiungere il canestro. Inoltre Stauskas ha una buona leadership sul campo. Non è ancora maturo. E’ un ottimo tiratore, sa tagliare ed ha intelligenza. Ha molta voglia di imparare, ma per qualità sembra eccessiva la scelta all’ottava chiamata. I Kings hanno evidentemente puntato allo steal of the draft…
9. CHARLOTTE HORNETS: Noah Vonleh (Indiana)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/noah-vonleh.png.pagespeed.ce.Z6oskB0W5g.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/noah-vonleh.png)Noah Vonleh ha bisogno di migliorare nella fase offensiva, ma è ottimo quando si parla di rimbalzi. La sua apertura alare è eccezionale e lo renderà un difensore formidabile. Anche a livello fisico fa paura, tanto che molti pensano che Vonleh sia già pronto per proteggere il ferro anche in NBA, aspettava solo una chiamata, quella degli Hornets. Gioco offensivo un po’ scolastico, ma su cui si può certamente lavorare.

10. PHILADELPHIA 76ers: Elfrid Payton
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/payton.png.pagespeed.ce.F7sK2IZrU5.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/payton.png)Probabilmente la più grande sorpresa. E’ un autentico tuttofare di questo sport. Quest’anno ha giocato a Lafayette, in un contesto non troppo visibile. Comunque è riuscito a stupire. Grande atleta ha una buona capacità di prevedere ciò che succede sul campo. Quando c’è lui sul parquet tutto può avvenire. A livello di talento non tra i primissimi, ma la sua intensità è invidiabile. Peccato che Philly non abbia creduto in lui, visto che lo hanno ceduto immediatamente ai Magic in cambio di Dario Saric e una seconda scelta al draft del prossimo anno.
11.DENVER NUGGETS: Doug McDermott (Creighton)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/mcdermott.png.pagespeed.ce.l31MzE0Wjl.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/mcdermott.png)Doug McDermott è uno dei migliori giocatori del college dal punto di vista statistico. La sua abilità nel realizzare canestri non verrà persa quando verrà draftato. Non ha la forza per diventare uno dei migliori all’interno della vernice in NBA, ma saprà creare scompiglio grazie alla sua propensione nel segnare fuori il pitturato, dalla lunga distanza. Deve migliorare in difesa. E subito dopo la sua chiamata è stato ufficializzato ai Chicago Bulls in cambio della scelta numero 16: il cestista bosniaco Nurkic.
12. ORLANDO MAGIC: Dario Saric (Croazia)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/saric.png.pagespeed.ce.ApF2mpeEux.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/saric.png)Il cestista croata classe 1994, Dario Saric, è un ala piccola molto alto che ha migliorato la sua produzione di punteggio. Ha giocato con diverse squadre in patria sin dal 2009. Dovrebbe approdare in Nba fra un paio d’anni, visto che ha firmato per l’Efes Pilsen, Turchia. Tuttavia non vestirà la canotta dei Magic, ma quella di Philadelphia.

13. MINNESOTA T’WOLVES: Zach Lavine (UCLA)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/zach-lavine.png.pagespeed.ce.hI1Ob209rz.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/zach-lavine.png)Zach LaVine è un atleta incredibile soprattutto nella posizione di playmaker. E’ capace di prendersi tiri dalla media-lunga distanza, ha l’esplosività necessaria per superare i difensori in dribbling e quando riesce ad arrivare al ferro, è uno dei migliori dunkers tra tutti i ragazzi che frequentano il college.


14. PHOENIX SUNS: T.J. Warren (N.C. State)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/warren.png.pagespeed.ce.V7xTxUirQK.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/warren.png)T.J. Warren ha un buon talento, soprattutto dal punto di vista offensivo. Non ha una gran tecnica di tiro, oltre a problemi nel selezionare i tiri da prendersi. Comunque si,a tiri a parte, Warren è una vera e propria macchina da punti ed ha il carattere e la forza necessaria per poter diventare un giocatore formidabile in NBA.


15. ATLANTA HAWKS: Adreian Payne (Michigan State)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/payne_zps97cecb9a.pngC’è molto poco che il grande ragazzo di Michigan State non possa fare. E’ fantastico al rimbalzo, segna dalla vernice costantemente, ha alcune abilità di gestione della palla ed è dotato di un tocco morbido che gli consente di mettere a referto una buona percentuale di tiri da dietro l’arco. L’unico problema è che ha avuto qualche infortunio di troppo. Gli Hawks però vogliono credere in lui, anche perchè può aprirsi e tirare dall’arco.

16. CHICAGO BULLS: Jusuf Nurkic (C. Zagabria)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/nurkic.png.pagespeed.ce.O67GRZvM97.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/nurkic.png)Il cestista bosniaco selezionato dalla franchigia di Derrick Rose alla numero 16 è stato immediatamente scambiato con Doug McDermott scelto dai Denver Nuggets alla numero 11.



17. BOSTON CELTICS: James Young (Kentucky)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/young_zps692cdbeb.pngJames Young non riceve l’attenzione che molti altri giocatori di Kentucky hanno, ma il suo gioco è molto interessante. E’ versatile e atletico, il che gli consente di giocare sia come guardia tiratrice che come ala, e dispone di un ottimo tiro dietro la linea dei tre punti. Deve diventare un giocatore più consistente, ma ciò si verificherà con l’esperienza.


18. PHOENIX SUNS: Tyler Ennis (Syracuse)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/ennis_zps74833856.pngTyler Ennis è probabilmente il miglior playmaker di basket al college e le sue doti sia tecniche che fisiche lo conducono direttamente a un livello successivo. E’ un leader sul campo, può segnare da qualsiasi zona del parquet ed è anche un difensore decente. Sicuramente lotterà per un posto da titolare in qualunque squadra andrà a finire. I Phoenix Suns credono fortemente in lui e con la 18esima se lo sono portato a casa.

19. CHICAGO BULLS: Gary Harris (Michigan State)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/harris_zps302bb344.pngE’ un buon prospetto anche se questa stagione ha dimostrato delle carenze dal punto di vista della precisione dei tiri dalla lunga distanza. Ma questo non rappresenta un problema a lungo termine. Tutto il resto con lui in campo è superbo e anche se non è altissimo (193 cm), la sua abilità nel palleggio lo aiuteranno a segnare. Il suo tiro da dietro l’arco sarà probabilmente migliore in NBA se verrà accoppiato con un play come Rondo, che può offrirgli un sacco di tiri aperti. Anche Harris, come Nurkic, entrambi chiamati dai Bulls, finirà ai Nuggets in cambio di McDermott.
20. TORONTO RAPTORS: Bruno Caboclo (Pinheiros)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/caboclo.png.pagespeed.ce.Wv0800SLFE.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/caboclo.png)I Toronto Raptors tra la sorpresa generale hanno deciso di chiamare Bruno Cabloco, classe 1995 in forza ai Pinheiros di San Paolo. Indubbiamente si tratta di una scommessa di Masai Ujiri, ma chi ha avuto modo di vedere il ragazzone di 202 cm, con un’apertura alare di 230 cm all’opera è rimasto talmente impressionato da paragonarlo a Durant e Oscar. Caboclo assomiglia all’attuale MVP della lega per il suo modo di far sembrare il gioco della pallacanestro molto semplice. A volte neanche lui sa di essere così bravo. Deve affinare le sue abilità difensive, ma soprattutto la concentrazione.
21. OKLAHOMA CITY THUNDER: Mitch McGary (Michigan)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/mcgary.png.pagespeed.ce.NHjFRypFZL.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/mcgary.png)Neil Mitchell William, meglio conosciuto come “Mitch” McGary, nato il 6 giugno, 1992, si è dichiarato eleggibile al draft NBA dopo aver completato la sua stagione da sophomore con i Michigan Wolverines, con i quali è diventato il sesto uomo del team, nonché il loro principale stoppatore e rimbalzista. Durante la stagione 2013-14 è stato inoltre nominato per ben due volte “Big Ten Freshman of the Week”. Possiede delle abilità molto interessanti su cui poter lavorare. Lavoro che ha deciso di intraprendere OKC.
22. MEMPHIS GRIZZLIES: Jordan Adams (UCLA)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/adams.png.pagespeed.ce.CI65_FMkmg.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/adams.png)Jordan Adams ha frequentato il liceo di Oak Hill Academy in Virginia , dove è stato il nono giocatore nella ricca storia del loro programma di pallacanestro a segnare 1.000 punti in carriera. E’ stato anche la prima matricola UCLA a segnare 20 o più punti nelle prime quattro partite, e un “all-conference first-team selection” nella Pacific-12 Conference durante il suo anno da sophomore. I Grizzlies hanno deciso di puntare su di lui.
23. UTAH JAZZ: Rodney Hood (Duke)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/duke_zps5de20eed.pngGli Utah Jazz alla numero 23 hanno deciso di draftare un realizzatore affidabile per far coppia con Trey Burke, il suo nome e cognome è Rodney Hood. Il ragazzo nativo di Meridian è stato offuscato da Jabari Parker durante le partite di Duke, ma potenzialmente è vicino all’essere il realizzatore numero 1 in questo draft. Può segnare da qualunque posizione, i suoi tiri da tre sono terrificanti, è in grado di attaccare il ferro nel traffico e ottiene molti falli dalla linea dei tiri liberi. Proprio quello che serve a Utah per continuare a crescere.
24. CHARLOTTE HORNETS: Shabazz Napier (Huskies)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/napier.png.pagespeed.ce.smJW4wRtih.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/napier.png)Dopo aver illuminato e trionfato nel torneo NCAA Shabazz Napier è stato chiamato sì dagli Charlotte Hornets, ma finirà a South Beach e precisamente ai Miami Heat in cambio della 26esima e 56esima scelta. Il ragazzo di UConn ha avuto alti e bassi durante la sua giovane carriera, ma ora è motivato a mille, è pieno di fiducia e non vede l’ora di potersi confrontare con i grandi della pallacanestro. Sarà Lebron il suo mentore?

25. HOUSTON ROCKETS: Clint Capela (Svizzera)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/capela_zps751ff5c5.pngEcco un altra prospettiva internazionale molto intrigante che ha catturato l’attenzione di molti scout NBA, grazie al suo atletismo e la sua versatilità: Clint Capela. Il ragazzo di Ginevra è uno dei migliori “shot-blockers” di questo draft e sta diventando un realizzatore migliore, partita dopo partita. Da Ginevra a Houston… con furore!


26. MIAMI HEAT: PJ Hairston (North Caroline/NBDL)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/caroline_zps3b47f325.pngPJ Hairston non ha mai avuto modo di giocare una partita a livello collegiale in questa stagione a causa di vari problemi che ha avuto fuori dal campo, ma gli scout NBA sono stati molto attratti dal livello del suo talento. Hairston è una guardia tiratrice in grado di modificare stile di gioco, può segnare e difendere. La sua capacità di attaccare il ferro è impressionante e giocare qualche partita con i NBDL lo aiuteranno a svilupparsi ancora di più. Chiamato dai Miami Heat è finito immediatamente nella trade che lo spedirà a Charlotte in cambio di Napier.
27. PHOENIX SUNS: Bogdan Bogdanovic (Partizan)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/bogdan.png.pagespeed.ce.k8Zfa1-k9-.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/bogdan.png)Il cestista serbo classe 1992 vanta già un palmares di tutto rispetto: 4 campionati serbi, 2 coppe di serbia e 2 leghe adriatiche. In questa stagione con Partizan è stato premiato con il “Rising Star Trophy”, premio che viene consegnato annualmente al miglior giocatore europeo under-22 di pallacanestro e la votazione viene effettuata dai capo-allenatori dei team che partecipano annualmente all’Eurolega. Ora grazie ai Phoenix Suns Bogdan Bogdanovic avrà la possibilità di confrontarsi con la lega di basket più bella del mondo.
28. LOS ANGELES CLIPPERS: CJ Wilcox (Huskies)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/wilcox.png.pagespeed.ce.dFrlIKjGtj.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/wilcox.png)Classe 1990 ha recentemente completato la sua carriera universitaria presso l’Università di Washington. Durante la sua carriera agli Huskies è stato nominato per due volte nella seconda squadra della Pacific-12 Conference, grazie alla sua media di 18.3 punti a partita e 1880 punti totali in tutta la sua carriera collegiale. Ha lavorato molto bene nel workout di questo mese, tanto da meritarsi la chiamata e la fiducia dei Los Angeles Clippers di Doc Rivers.
29. OKLAHOMA CITY THUNDER: Josh Huestis (Stanford)
http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/stanford.png.pagespeed.ce.u1BFjWIhgu.png (http://www.gazzettanba.it/wp-content/uploads/2014/06/stanford.png)Con la 29esima scelta i Thunder hanno deciso di puntare sull’ala Josh Huestis. Il cestista ex Stanford è uno specialista difensivo che può proteggere il canestro sia nella posizione di ala piccola che in quella di guardia tiratrice. Dovrà lavorare duramente per ritagliarsi un piccolo spazio ad OKC, ma se riuscirà a sviluppare quel tiro da fuori che non ha mostrato molto al college saprà mettersi in mostra. Nei suoi quattro anni a Stanford la sua media realizzativa più alta è stata di 11.2 punti, con 8.2 rimbalzi e 1.9 stoppate.
30. SAN ANTONIO SPURS: Kyle Anderson (UCLA)
http://i156.photobucket.com/albums/t15/emanueledifuria/anderson_zps96d44500.pngKyle Anderson ha dimensioni importanti per giocare nella posizione di playmaker, che lo aiuteranno a contribuire nel reparto dei rimbalzi. E’ un ottimo passatore e tiratore, due abilità che chiaramente lo faranno fiorire in NBA e di cui i San Antonio Spurs e Gregg Popovich sembrano aver dato fiducia.


SECONDO ROUND: dalla 31 alla 60
31. MILWAUKEE BUCKS: Damien Inglis
32. PHILADELPHIA 76ERS: K.J. McDaniels
33. CLEVELAND CAVALIERS: Joe Harris
34. DALLAS MAVERICKS: Cleanthony Early
35. UTAH JAZZ: Jarnell Stokes (ceduto ai Memphis Grizzlies)
36. MILWAUKEE BUCKS: Johnny O’Bryant
37. TORONTO RAPTORS: DeAndre Daniels
38. DETROIT PISTONS: Spencer Dinwiddie
39. PHILADELPHIA 76ERS: Jeremy Grant
40. MINNESOTA TIMBERWOLVES: Glenn Robinson III
41. DENVER NUGGETS: Nikola Jokic
42. HOUSTON ROCKETS: Nick Johnson
43. ATLANTA HAWKS: Walter Tavares
44. MINNESOTA TIMBERWOLVES: Markel Brown
45. CHARLOTTE HORNETS: Dwight Powell
46. WASHINGTON WIZARDS: Jordan Clarkson (ceduto ai Los Angeles Lakers)
47. PHILADELPHIA 76ERS: Russ Smith
48. MILWAUKEE BUCKS: Lamar Patterson
49. CHICAGO BULLS: Cameron Bairstow
50. PHOENIX SUNS: Alec Brown
51. NEW YORK KNICKS: Thanasis Antekounmpo
52. PHILADELPHIA 76ERS: Vasilijie Micic
53. MINNESOTA TIMBERWOLVES: Alessandro Gentile (ceduto agli Houston Rockets)
54. PHILADELPHIA 76ERS: Nemaja Dangubic
55. MIAMI HEAT: Semaj Christon
56. DENVER NUGGETS: Roy Devyn Marble (ceduto agli Orlando Magic)
57. INDIANA PACERS: Louis Laberye
58. SAN ANTONIO SPURS: Jordan McRae
59. TORONTO RAPTORS: Xavier Thames
60. SAN ANTONIO SPURS: Cory Jefferson

ares
02-08-2014, 11.58.10
Basket, Paul George shock: tibia e perone fratturati. Mondiali addio
La stella degli Indiana Pacers si è procurata il terribile infortunio alla gamba destra nel test che la selezione a stelle e strisce stava disputando a Las Vegas, finendo contro la base del sostegno del canestro.

Un incidente gravissimo, immagini choccanti, un colpo terribile per il pur fortissimo squadrone americano. Paul George, stella degli Indiana Pacers e una delle punte del Team Usa che prepara i Mondiali di Spagna, si è procurato la frattura di tibia e perone della gamba destra nel test che la selezione a stelle e strisce stava disputando ieri a Las Vegas.

CRAC — All'inizio del quarto periodo, mentre tentava di recuperare in difesa su James Harden, George è finito contro la base del sostegno del canestro. La gamba destra, come hanno mostrato le immagini televisive, si è spezzata all'altezza della tibia.

LE CURE — George è crollato al suolo ed è stato subito soccorso dallo staff medico. Dopo circa 15 minuti nei quali è stato stabilizzato, è stato trasportato in ospedale. Letteralmente choccati tutti i giocatori, scossi per l'infortunio di cui ogni presente al campo dell'University of Nevada ha colto immediatamente la gravità. Usa Basketball e gli Indiana Pacers non hanno ancora fornito indicazioni specifiche sull'infortunio, ma George, che è già stato operato, è destinato a rimanere a lungo lontano dai campi.

http://video.gazzetta.it/gamba-rotta...a-55ce43a7e3fb (http://video.gazzetta.it/gamba-rotta-paul-george-addio-mondiali/c82d148e-1a17-11e4-83da-55ce43a7e3fb)

ares
02-08-2014, 12.11.30
L'analisi della Free Agency division per division: i Bulls si rinforzano, ma falliscono l'assalto a Anthony, Detroit e Indiana sono nei guai, Milwaukee spera con Parker. Ma è Cleveland la regina degli affari grazie al ritorno del Re

CHICAGO BULLS 6 — Si sono rafforzati, è vero. Ma senza risolvere tutte le magagne emerse nell'ultimo playoff. Sono arrivati McDermott dal Draft, però in cambio delle scelte 16 e 19 di una classe ghiottissima, Gasol (per sostituire l'amnistiato Boozer) dalla free agency e finalmente Mirotic dall'Europa. E in extremis pure Brooks, per sostituire Augustin. I quattro nuovi arrivi portano tutti risorse d'attacco di cui c'era tanto bisogno, in casa Bulls. Ma sono tutti difensori sotto la media, e, si sa, con Thibodeau se non difendi forte, non giochi. E l'assalto a Anthony o chi per lui, il secondo violino realizzativo da affiancare a Rose, si spera definitivamente recuperato, è fallito miseramente. Insomma, bene, ma non benissimo.

CLEVELAND CAVALIERS 9 — Applausi. A scena aperta. Alzi la mano chi prima delle Finals immaginava il ritorno a casa del figliol prodigo da Akron. E invece contro gli Spurs LeBron James si è guardato intorno e si è scoperto (quasi) solo. E allora ha poi unito le ragioni di cuore a quelle della testa e del portafoglio. E quindi si torna a casa, ci si circonda di giovani di talento e si aumenta pure lo stipendio. I Cavs erano stati bravi a preparare il terreno per il suo ritorno: rifirmando Irving, anzitutto. E azzeccando con Wiggins la loro "solita" prima scelta al Draft. Ora provano l'assalto a Love: se ci mettono le mani sopra a condizioni ragionevoli, è pronto il 10 e lode.

DETROIT PISTONS 5 — È un voto in divenire. Perché non si sa ancora che fine farà Monroe, e il suo destino cambierà il senso del mercato di Motor City. Finora male, però. Ok prendere Stan Van Gundy, per carità. Ma male, anzi malissimo, strapagare Meeks e Caron Butler. Eppoi l'equivoco della coesistenza Smith-Monroe non può essere risolto nè confermando entrambi, nè lasciando partire il lungo da Georgetown senza niente in cambio. Tra l'altro Jennings ha "fatto schifo" la stagione scorsa: sicuri che non ci fosse in giro (Bledsoe, tanto per dire, magari scambiandolo con Monroe) un play migliore di Augustin per rinforzare la posizione?

INDIANA PACERS 4.5 — Ricordate Indiana sino a metà della scorsa stagione? Sembrava la prima alternativa agli Heat, legittima contendente al titolo. Poi gli arrivi di Bynum e Turner, lo spogliatoio che scoppia, la squadra che non vince quasi più. L'immagine dei playoff oltre alle fatiche indicibile per avere la meglio su Atlanta in 7 partite, è Stephenson - talento in abbondanza, mansarda spesso disabitata -, che soffia nelle orecchie a LeBron. Divertente, ma patetico. Nel frattempo Born Ready se n'è andato, a Charlotte. Che gli offriva poco più dei Pacers, ma l'ex Cincinnati voleva proprio cambiare aria. Al suo posto sono arrivati Stuckey e Cj Miles. Fate voi.

MILWAUKEE BUCKS 7 — Jabari Parker è stata una bella pesca. Super talento che, rarità, voleva giocare con i Bucks. E avere Kidd in panchina significa esibire un nome d'impatto nella caccia a giocatori di qualità che non vedono Milwaukee esattamente come la franchigia dei loro sogni. Tra l'altro Giasone ha subito portato a casa Marshall, play soffiato ai Lakers, che al college, a North Carolina, paragonavano proprio a lui per qualità di passatore e stazza.

LOS ANGELES LAKERS 4 — Un solo aggettivo per decifrare la Free Agency dei gialloviola: incomprensibile. Al di là del fatto che la squadra è ancora priva di un allenatore. La priorità era arrivare a Carmelo Anthony: missione fallita nonostante il benvenuto in stile hollywoodiano al meeting col giocatore. Perso Pau Gasol a ruota, non c'è stato nulla di buono. Peschi un signor giocatore come Julius Randle col numero 7 al draft e cosa fai? Prendi Boozer, giocatore in calo da anni e che servirà solo a togliere minuti al rookie. Il problema del play non è stato certo risolto con Jeremy Lin, indipendentemente da quante partite riuscirà a giocare Nash. Il prezioso Nick Young è stato rinnovato, ma non certo a prezzo di saldo. Hill e Ed Davis completano un reparto lunghi comunque non all'altezza. Un disastro.

PHOENIX SUNS 5 — Voto in divenire, legato (ma non troppo) a cosa farà Bledsoe. La squadra resta parecchio incompleta sotto canestro. Perso Frye, pagato 32 milioni in 4 anni da Orlando, non è arrivato nessuno in grado di sostituirlo. Isaiah Thomas è un gran colpo, ma il settore play era già il migliore della franchigia dell'Arizona. Perché non sacrificare uno tra Dragic e Bledsoe per rinforzarsi nel reparto lunghi?

SACRAMENTO KINGS 5.5 — La squadra è quella dell'anno scorso, con Darren Collison in regìa al posto di Isaiah Thomas. Nel cambio coach Brendan Malone non ci guadagna, anzi. Il quintetto resta parecchio interessante, la panchina molto meno. E non è stata adeguatamente rinforzata.


GOLDEN STATE WARRIORS 6.5 — Mercato intelligente quello dei Warriors. Al netto dell'arrivo di Kevin Love, comunque improbabile perché Steve Kerr non se la sente di sacrificare Klay Thompson. Proprio l'ex tiratore di Chicago e San Antonio, dotato di un'intelligenza cestistica più estesa del Golden Gate, ha tutto per diventare un allenatore top nell'Nba. La squadra non è cambiata molto, ma l'innesto di Shaun Livingston, ottimo difensore, consentirà di concedere qualche minuto di riposo a Curry e Thompson senza scombinare troppo la squadra. Per il titolo manca qualcosa sotto canestro, dove bisogna sperare che la salute di Bogut non si riveli troppo cagionevole come accade spesso.

LOS ANGELES CLIPPERS 5.5 — L'insufficienza, pur lieve, è dovuta alla mancanza dell'arrivo di un'ala piccola, il tassello che mancava per fare l'ultimo salto di qualità. Rivers avrebbe fatto carte false per riabbracciare Pierce, ma la trattativa è stata da subito troppo complicata. Jordan Farmar come play di riserva non vale Darren Collison, mentre Spencer Hawes, anche se ben pagato (troppo?), rinforza un reparto lunghi stellare.

NEW YORK KNICKS 6,5 — Nonostante le limitazioni del mostruoso monte salari, Phil Jackson ha tirato fuori qualche coniglio dal cilindro. Melo è rimasto, e ha pure fatto uno sconto (5 milioni, bontà sua), sul massimo salariale. Spedendo a Dallas Tyson Chandler e il criticatissimo Ray Felton, il Maestro Zen ha ottenuto un play adatto al triangolo (José Calderon, arrivato con Shane Larkin e Sam Dalembert) e due scelte al draft, una delle quali convertita nel promettetente Cleanthony Early. E per il reparto lunghi è arrivato Jason Smith. I playoff restano lontani, ma più di così non si poteva fare. A meno che Jackson non si liberi anche del contrattone di Stat…

PHILADELPHIA 76ERS 6 — La sufficienza è perché il piano di rilancio prosegue senza intoppi (leggasi contrattoni pesanti da assorbire come favore ad altre squadre). E perché Joel Embiid, che ha già vinto il premio simpatia con i tentativi di reclutamento di LeBron James e Kim Kardashian, ha il potenziale per essere una superstar, se il fisico regge. Sam Hinkie, il g.m. che guida il piano di rilancio, ha le idee chiare e continua ad andare dritto per la sua strada: un’altra stagione nei bassifondi. Aspettando Embiid.

TORONTO RAPTORS — 7 Tipi riconoscenti, i canadesi. La squadra è tosta come quella che è arrivata terza a Est lo scorso anno. Kyle Lowry rifirmato a cifre ragionevoli (quadriennale da 48 milioni), sono tornati anche Greivis Vasquez, Patrick Patterson e James Johnson. E via trade è arrivato pure Lou Williams a rinforzare il backcourt. Dal draft è arrivato il misterioso “Durant brasiliano” Bruno Caboclo. Sì, i Raptors (che quest’anno ritireranno fuori dall’armadio le maglie viola col dinosauro) vogliono dare ancora tanta battaglia.

BOSTON CELTICS: 5 — Cosa è successo al piano di rilancio? I Celtics si sono rassegnati a non prendere Kevin Love, ma non hanno nemmeno avviato la ricostruzione visto che Rajon Rondo, col contratto in scadenza a giugno 2015, è ancora nel roster. Ripreso Avery Bradley con un quadriennale da 32 milioni (era restricted free agent, non sarebbe andato da nessuna parte), l’estate ha portato quasi solo guardie: Marcus Smart dal draft, Marcus Thornton in una trade a tre con Cleveland e Brooklyn. E non tutte sono compatibili con Rondo. Brutta estate per Danny Ainge, anche se il colpo Evan Turner alza il voto di mezzo punto.

BROOKLYN NETS 5 — Il caso Kidd ha distratto dal cambio di rotta dei Prokhorov boys: basta pagare le troppe tasse. Paul Pierce è stato lasciato partire perché in due anni sarebbe costato 50 milioni tra salario e luxury tax. E nemmeno si è provato a trattenere Shaun Livingston, una delle chiavi della scorsa stagione. Da Cleveland via trade è arrivato Jarrett Jack (con Sergey Karasev) e Bojan Bogdanovic si è accordato per un triennale da 10,3 milioni. Ma la squadra non è più forte dello scorso anno. Anzi, senza il carisma di Pierce (uomo chiave nei playoff) e con Kevin Garnett ancora ufficialmente incerto tra pensione e ritorno, i Nets sembrano più deboli.

OKLAHOMA CITY THUNDER 6.5 — Squadra che non vince...non si cambia. Ma si può ritoccare in meglio. Perso Thabo Sefolosha, finito agli Hawks, verrà lanciato in quintetto l'interessantissimo Reggie Jackson. Anthony Morrow è il tiratore puro che serviva dalla panchina e può incidere maggiormente rispetto al declinante Caron Butler. Il rookie McGary è interessante e potrebbe dare una mano in rotazione. Per il resto nessun movimento, nonostante i dubbi su coach Brooks e sulla capacità di gestione di Russel Westbrook.

PORTLAND TRAIL BLAZERS 6 — L'anno scorso la squadra è andata fortissimo. Il suo unico limite era una panchina davvero non all'altezza del quintetto di coach Stotts. In sede di mercato si è cercato di dare un minimo di profondità alla squadra , acquistando Steve Blake (non c'è più Mo Williams) e Chris Kaman. Obiettivo quindi raggiunto solo in parte.

UTAH JAZZ 6.5 — Nello Utah le nozze vanno molto di moda. Ma è difficile farle con i fichi secchi, ovvero una capacità di attrarre i grandi Free Agent vicina allo zero e la volontà di restare sotto il salary-cap. Il draft è stato eccellente: Dante Exum è un piccolo Russel Westbrook, a coach Snyder il compito di far crescere il suo acume cestistico e di farlo coesistere con Trey Burke. E Rodney Hood al numero 23 è un gran colpo. Rinnovato (a caro prezzo) Gordon Hayward per farne il giocatore franchigia, sono arrivati Steve Novak e Trevor BOOKER per completare la panchina. Il quintetto potrebbe essere quello con l'età media più bassa della Lega: ci sono Burke (un '92), Exum ('95), Hayward ('90), Favors ('91) e Kanter ('92).


DENVER NUGGETS 6 — Volutamente molto conservativa la Free Agency della squadra di Danilo Gallinari, pronto a ripartire alla grande dopo una stagione a guardare gli altri. "Se stiamo tutti bene - questa la convinzione ribadita più volte - la squadra può togliersi molte soddisfazioni. E' tornato un ottimo esterno come Arron Afflalo, per il resto il gruppo è quello del'anno scorso. Tanta corsa, talento e gioventù. Sulla consistenza lecito nutrire qualche dubbio.

MINNESOTA TIMBERWOLVES SV — Impossibile giudicare la squadra di Flip Saunders prima dell'esito della vicenda Kevin Love, che a questo punto potrebbe sbloccarsi a fine agosto, visto che i rookie che hanno firmato non possono essere ceduti per 30 giorni. L'offerta dei Cavs (Wiggins, Bennet più un'eventuale prima scelta) è quella che solletica di più i Wolves. Più defilati i Bulls, che mettono sul piatto Gibson e i rookie Mirotic e McDermott.

SAN ANTONIO SPURS 6,5 — Zitti zitti, hanno fatto i compiti a casa. Come sempre. Hanno soprattutto convinto Duncan che ritirarsi da campione poi non sarebbe stata 'sta gran cosa. "Fai un altro anno, Timmy, che proviamo a fare finalmente 'sto benedetto back to back". E il caraibico, cui potrebbero anche cominciare a costruire la statua, da contemporaneo, di fronte all'AT&T Center, una volta di più non si è tirato indietro. Poi hanno rifirmato Diaw a cifre sospette, ma non drammatiche come spesso invece accade dopo un trionfo, e confermato a Mills a cifre che sarebbero ottime, se non fosse rotto per oltre metà stagione. Ma che restano buone, così. Lo staff tecnico è stato integrato da Ettore Messina. E poi Anderson al Draft è parsa una bella pesca, anche se in Summer League ha giocato da ala piccola, e a Ucla era un playmaker. Affascinante.

DALLAS MAVERICKS 7,5 — Cuban e Nelson hanno fatto un capolavoro. Secondo solo a quello dei Cavs, che hanno riportato a casa LeBron. Allora: i Mavs sono migliorati in maniera enorme in due posizioni: quella di centro, grazie al ritorno di Chandler, con contrattone, ma in scadenza, e quella di ala piccola, con il ratto di Parsons ai danni dei Rockets. E il biondo da Florida l'avranno anche pagato caro, ma è giovane e di prospettiva. Nowitzki ha rinnovato a cifre ridicole (pronto, Kobe e Bosh, ci sentite?) pur di provare a vincere, ed Harris è stato rifirmato a cifre più che accettabili, specie quando di contorno arriva Nelson. Unico neo: Felton e il suo contratto made in New York, ma nello scambio coi Knicks è stato un sacrificio necessario.

HOUSTON ROCKETS 4 — Eccoli, i grandi perdenti del mercato estivo: i Razzi texani. Che volevano la luna, e invece sono sprofondati nelle sabbie mobili della free agency. Facendo davvero una figura da scomparire sottoterra, con Parsons. Potevano rifirmarlo a un milione per un anno, e invece l'hanno perso comunque un anno prima di quanto fosse accettabile, per inseguire la chimera Bosh, cui peraltro avevano proposto un contratto sontuoso "a vita", che Miami, l'altra grande sconfitta di questo mercato, ha pensato (poco) bene di pareggiare: come sposarsi una Kardashian. In ala piccola hanno firmato Ariza, non male, ma certo meno di prospettiva di Parsons. E le posizioni deboli, la 1 e la 4, non le hanno migliorate. Hanno ceduto i contrattoni di Asik e Lin (per prendere Dorsey e Ish Smith, mah), che però erano in scadenza. Non volevano vincere subito?

MEMPHIS GRIZZLIES 6,5 — Hanno rifirmato Randolph con un pluriennale non proibitivo. Hanno portato in Tennessee Vince Carter, che ha ancora qualche goccia di benzina nel motore, e se dubitate andate a rivedervi il triplone con cui ha messo paura agli Spurs negli ultimi playoff. Hanno legato Calathes al suo contratto, nonostante le più ricche richieste europee, e confermato Udrih. Poteva andare peggio.

NEW ORLEANS PELICANS 7 — Un acquisto, ma pesante come il suo tonnellaggio. Asik è quello che ci voleva, come centro, per far definitivamente decollare in orbita Davis e assaporare finalmente l'area playoff. Il turco costa caro, ma scade a fine stagione, e potrà eventualmente essere rifirmato a cifre meno indecenti. Resta l'equivoco dei doppioni Gordon-Evans (meglio il secondo), ma con i rientri di Anderson e HOLIDAY i Pelicans sono una possibile squadra rivelazione. E in Bourbon Street saprebbero come festeggiare.

ORLANDO MAGIC 6,5 — L’obiettivo resta quello di far crescere i giovani. Ne sono arrivati altri due, Aaron Gordon con la quarta chiamata al draft e Evan Fournier dalla trade che ha riportato Arron Afflalo a Denver. Ma sono arrivati anche tre veterani: Channing Frye (anche se il quadriennale da 32 milioni forse è un po’ eccessivo), Ben Gordon (biennale da 9 milioni ma team option sul secondo anno) e Luke Ridnour, che porta esperienza nel ruolo di play. I Magic possono crescere ancora.

WASHINGTON WIZARDS 7 — Tra i vincitori di questa free agency. Riprendersi Marcin Gortat (quinquennale da 60 milioni), era il punto di partenza. Ma poi è arrivato Paul Pierce per rimpiazzare Trevor Ariza, che ha preferito tornare a Houston. E The Truth, biennale da 10,8 milioni, porta tanta esperienza in un gruppo abbastanza giovane. Kris Humphries e DeJuan Blair sono buoni rinforzi per il reparto lunghi. Dopo essere arrivati fino al secondo turno nel 2014, i Wizards si candidando ad essere ancora protagonisti.

MIAMI HEAT 5 — Questa rimarrà per sempre l’estate in cui Miami ha perso LeBron James, il più forte del pianeta. Pat Riley si è rimboccato le maniche e ha provato a mettere in piedi un piano di rilancio biennale, puntando su Luol Deng e riprendendosi buona parte di quello che già aveva per aggiungerlo a Josh McRoberts e Danny Granger, presi quando ancora credeva servissero per far restare King James. C’è una sola, grave eccezione: il quinquennale da 118 milioni a Chris Bosh. Era l’unico modo per farlo restare, ma serviva davvero pagarlo tanto? Probabilmente no.

ATLANTA HAWKS 6,5 — Thabo Sefolosha a 4 milioni l’anno è un buon inserimento per un team che grazie al ritorno di Al Horford sarà più forte di quello che ha portato Indiana a gara-7 al primo turno dei playoff. Per rinforzare il backcourt è arrivato Kent Bazemore, nel reparto lunghi il draft ha portato Adrian Payne e il mercato la conferma di Pero Antic. Mike Budenholzer, allievo di Popovich, può ripartire dalla stessa base dello scorso anno.

CHARLOTTE HORNETS 7 — Michael Jordan ha fatto il colpaccio: ha convinto Lance Stephenson a scegliere Buzz City. L’uomo che sussurrava a LeBron porta talento e carattere in una squadra che vuole fare un altro salto di qualità (cioè vincere almeno una serie ai playoff). Born Ready, se si integrerà bene con Kemba Walker e Al Jefferson, può portare proprio questo. Ma il supporting cast è di tutto rispetto, impreziosito dall’esperienza di Marvin Williams e con Brian Roberts a rinforzare la second unit. Si, gli Hornets sono pronti a fare molto rumore.

ares
10-08-2014, 04.23.00
Arrivano le conferme: Love ai Cavs, è fatta

Dopo un mesetto di trattativa e superata la concorrenza dei Bulls i Cavs ora sembra abbiano concluso l’operazione con i Timberwolves. Kevin Love sarà un giocatore dei Cavaliers già dalla prossima stagione grazie a una trade che porterà a Minnesota Andrew Wiggins, prima scelta assoluta al Draft 2014, Anthony Bennet, prima scelta del 2013 e una scelta al Draft del 2015. Sembra che nella giornata di oggi sia arrivata la stretta di mano tra le due società.


Come già detto l’accordo non può essere ufficializzato prima del 23 agosto, a un mese esatto dalla firma del contratto di Wiggins con i Cavs, che impedisce appunto per 30 giorni al giocatore di accordarsi con un’altra società. Sembra però che ci sia già l’accordo anche per il contratto di Love, che a partire dalla stagione 2015/16 prenderà 120 milioni per 5 anni.




Decisivo nella trattativa è stato LeBron James, che con la decisione di tornare a Cleveland ha convinto molti giocatori ad unirsi a lui, per puntare al titolo già dalla prossima stagione.


In queste ore si sta tentando ancora di convincere Ray Allen a firmare, anche se al momento sta pensando seriamente al ritiro. Mike Miller e James Jones, ultimi arrivati a Cleveland, parlano già di anello e nelle loro interviste hanno fatto intendere di aver scelto i Cavs quasi esclusivamente per l’opportunità di giocare con LeBron, almeno per una stagione.

ares
10-08-2014, 04.24.44
LeBron James sceglie il numero 23, per MJ è ok

Per la stagione del ritorno a Cleveland LeBron James aveva lanciato un sondaggio ai tifosi, chiedendo un consiglio su quale numero dovesse scegliere tra il 23, che vestiva quando era ai Cavs, o il 6 che aveva a Miami. Alla fine la decisione è stata presa per il 23, che per tutti gli appassionati di basket ha un nome e un cognome: Michael Jordan. Proprio MJ ha commentato questa scelta: «Non ho la proprietà assoluta di un numero, quindi posso dire solo che mi sembra un’ottima decisione».


LeBron ha sempre avuto Jordan come idolo e proprio per questo motivo aveva deciso di indossare la canotta numero 23 per le 6 stagioni ai Cavaliers. «Credo che quello che ha fatto Michael per questo sport debba essere riconosciuto in qualche modo», aveva dichiarato quando decise di cambiare numero, «non ci sarebbe nessun Kobe Bryant, Dwyane Wade o LeBron James se prima non ci fosse stato Michael Jordan».

alfiere
24-08-2014, 01.02.27
E KL va a Land. Direi favoriti per il titolo

ares
24-08-2014, 01.54.30
E KL va a Land. Direi favoriti per il titolo

favoriti dai book come miami lo scorso anno...io quest anno ci metterei dentro gli spurs,okc ( eterni perdenti ) e vedo bene come underdog i clippers ad ovest e chicago ( rose al 100% ).

il problema di land per me è solo una questione di tempo,ma vediamo se il 23 ( di cartone ) riesce al primo anno a portare l anello a land....

ciao fa e stammi bene:wink1:

alfiere
24-08-2014, 12.30.42
favoriti dai book come miami lo scorso anno...io quest anno ci metterei dentro gli spurs,okc ( eterni perdenti ) e vedo bene come underdog i clippers ad ovest e chicago ( rose al 100% ).

il problema di land per me è solo una questione di tempo,ma vediamo se il 23 ( di cartone ) riesce al primo anno a portare l anello a land....

ciao fa e stammi bene:wink1:

Secondo me è la candidata nr 1, poi chiaro che ci sono altre pretendenti, ma ho la sensazione che per vari motivi, portino a casa l'anello.

Vale tu fa il bravo.

wargod
13-10-2014, 22.45.52
KD si rompe,due mesi out.
primo infortunio serio in carriera.