Leggo su forum concorrenti e su siti web di professionisti del betting che l’unico modo per monetizzare nel mondo delle scommesse non può che prescindere dall’ uso delle value bet…

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Cercherò di seguito di portare il mio pensiero che come sempre sarà… CONTRO CORRENTE!!


Un paio di anni fa, vittima della mia innata curiosità e passione verso tutto quanto riguarda il mondo del betting ho voluto assistere ad un corso di formazione organizzato in un hotel romano da uno dei più conosciuti professionisti del settore bettistico. Tale corso era imperniato principalmente sul concetto delle value ed i partecipanti pagavano fior fiori di “millini” solo per venire a conoscenza di una formuletta che non era altro che una media delle ultime 6 partite (!!).

E’ stato un “giochino” divertente e piuttosto semplice smontare il concetto portante del seminario sin dall’analisi della parola stessa VALUE e cioè valutazione, stima di un evento! Una semplice domanda ho fatto: che differenza passa dalla valutazione-stima che andate predicando a quanto invece normalmente fanno i “giocatori della domenica” con le loro scommesse?? Nessuna, entrambi stanno PRONOSTICANDO UN EVENTO stimandone la probabilità di successo!! Un mero pronostico!


Per scommessa di valore, o come già accennato anche “Value bet”, si intende quella scommessa che in termini di rapporto quota/probabilità di indovinare l’evento, risulta conveniente.


La quota di un evento dovrebbe rispecchiare la probabilità che quell’ evento ha di verificarsi. Ad esempio, se un book quota la vittoria del Juvetus a 2,15, la quota di 2,15 significa che il book ritiene che la Juve ha il 100/2,15= 46,50% di possibilità di vincere.


Tuttavia, per diverse ragioni non sempre le quote sono effettivamente espressione delle reali probabilità. Basterebbe individuare quelle quote che sono sopravvalutate rispetto alle reali probabilità di un evento per ritrovarsi una possibile value bet, cioè scommessa di valore.
E’ chiaro però che si deve essere molto bravi a stimare la probabilità di uscita di un evento.


Ritorniamo all’esempio della Juventus. Da una nostra analisi, la Juve non ha il 46,5% di probabilità di vincere, bensì il 50%. Bene, abbiamo trovato un errore di valutazione del book, questa è una value Bet. Se pensiamo che la probabilità di vittoria della Juventus è del 50%, allora la quota sull’evento dovrebbe essere di 100/probabilità di vittoria, ovvero 100/50= 2,00 Il book invece la offre a 2,15.


Una differenza del genere (anche se può sembrare irrisoria), non solo annulla il margine del book (il book offre quote leggermente più basse rispetto alle reali probabilità di un evento), ma soprattutto mette in condizioni lo scommettitore di ottenere un vantaggio.
Chi scommette value bet in singola, nel lungo termine dovrebbe risultare vincente. Ecco appunto DOVREBBE!!


Dovrebbe perchè, per essere in vantaggio sul book nella sua stima, DEVI OBBLIGATORIAMENTE ESSERE più bravo del book stesso nella valutazione di tale evento formulandone le corrette % di probabilità! Ricordiamo che il book ha fior fiori di professionisti (odds compiler) che sono profumatamente pagati per il loro lavoro oltre ovviamente ai migliori software ed hardware occorrenti all’ uopo!


I bookmaker escono con le loro valutazioni (quote) ben lontani dall’evento ed è convinzione comune dei cultori delle “value bet” che il valore intrinseco dell’evento è correttamente stimato in prossimità dell’inizio dell’evento stesso e che le fluttuazioni del mercato non sono altro che il tentativo degli scommettitore di approfittare delle inefficienze delle stime degli odds compiler.


Domanda provocatoria… fatto salvi ” cataclismi” dovuti ad infortuni vari e/o assenze “particolarmente pesanti” (ad esempio Higuain per il napoli ecc ecc) se invece i professionisti stipendiati dal bookmaker avessero, sin dall’esordio delle quote, valutato correttamente l’evento dandone le giuste proporzioni non pensate che tutti gli aggiustamenti successivi non siano altro che, semplicemente, un mezzo per spalmare i loro utili a prescindere dell’evento finale?? E che informazioni invece abbiamo noi per stimare in maniera più performante di quanto ipotizzato dal bookmaker che il bookmaker stesso, ed il mondo intero, non conosce? Ed il nostro “timing” di ingresso nell’acquisizione di tale quota in che momento dovrebbe esser fatto?? Rapportato alla nostra presunta valutazione o al trend intrapreso dalla quotazione stessa?? Il nostro acquisto sarà fatto sui massimi? Stiamo facendo Trading oppure scommettiamo, perchè oggettivamente sono due cose ben diverse eh…


In sunto: …Value Bet?? No grazie!!


​Max